Quando un’azienda viene colpita da un evento che ne danneggia il patrimonio, oltre ai danni diretti si possono riscontrare anche grosse perdite economiche, derivanti dall’impossibilità di svolgere la normale attività produttiva. L’interruzione o riduzione dell’esercizio comporta effetti devastanti per l’azienda. Nel mercato europeo il 90% delle aziende possiede una polizza per i danni indiretti, mentre in Italia soltanto il 10% ha questo tipo di copertura. Tale polizza in Italia viene probabilmente etichettata come troppo costosa e complessa, oltre ad essere ancora poco conosciuta.
Il fermo dell’attività può comportare effetti di varia natura: quelli di tipo “transitorio”, che riguardano la riduzione del volume d’affari e del relativo profitto lordo, l’aumento dei costi di esercizio, ovvero di lavorazione dei beni prodotti e di acquisizione dei beni da trasformare o commercializzare; quelli “permanenti”, che comportano la perdita di quote di mercato; quelli “contingenti”, che si verificano in occasione di esborsi per multe o penali contrattuali. Si tratta di una tipologia di danno che colpisce non solo i singoli beni ma l’azienda nel suo complesso, e le conseguenze economiche che ne derivano possono assumere, rispetto al danno diretto, dimensioni molto più rilevanti e talvolta anche drammatiche per la vita dell’azienda.
Ecco quindi che diventa indispensabile un’adeguata copertura assicurativa in grado di ripristinare la situazione finanziaria antecedente al sinistro. La prima tipologia di copertura, attualmente in uso, è chiamata clausola di Indennità Aggiuntiva, risale alla fine del ‘700 e vede l’assicuratore impegnato a riconoscere una determinata percentuale aggiuntiva fissa rispetto al danno materiale. Tale forma è caratterizzata da semplicità di calcolo e velocità nel processo di indennizzo, ma la percentuale fissa, qualora dovessero sopraggiungere sinistri gravi, potrebbe rivelarsi un fattore di penalizzazione per l’assicurato.
La Garanzia Diaria è una tipologia di copertura che viene introdotta successivamente, e prevede il rimborso di un determinato indennizzo per ogni giorno di inattività aziendale, calcolato in base alla durata del fermo. La criticità di tale approccio risiede nella complessità di calcolo nell’applicazione della giusta somma da indennizzare.
La clausola Selling Price, al posto di pagare il prezzo di costo, paga il prezzo di vendita dei prodotti finiti, ed è vantaggiosa per il fatto che il prezzo di vendita include la quota di tutti i costi aziendali e l’utile. Può essere applicata solo nel caso vengano danneggiati dei prodotti già venduti quindi, in caso di fermo dovuto a danni a fabbricati o macchinari, non ha alcuna utilità.
La formula Loss of Profit, detta LOP, perdita di profitto lordo, viene introdotta in Inghilterra nel 1899 e per quasi un secolo rimane l’unica polizza in grado di coprire i danni indiretti, ma la forma di copertura oggi più utilizzata è quella a Margine di Contribuzione, MdC, nata nel 1994 per riparare i limiti della polizza LOP rispetto al linguaggio contabile. Tale polizza assicura contro la perdita del margine di contribuzione (differenza tra ricavi e costi) e le spese supplementari sostenute dall’assicurato per limitare tale perdita. I vantaggi di questa formula risiedono nella velocità di indennizzo e semplicità.
Il mercato estero si sta sempre più muovendo verso coperture raffinate e aderenti ai nuovi scenari di globalizzazione, ed è quindi necessario assicurarsi per ridurre l’impatto finanziario di eventi che possono accadere al di fuori dell’azienda, ma che incidono negativamente su di essa.